Le sei del mattino, la
sveglia suona puntuale.
Di corsa doccia, tuffo
nell'armadio per decidere cosa mettersi addosso, colazione e poi via
verso la stazione di Treviso per prendere come ogni giorno il treno
delle sette ed andare all'università a Padova a seguire i corsi.
Ma quella mattina lei
quel treno non riuscirà a prenderlo.
E' ormai nei pressi della
stazione quando si accorge che un uomo la segue, la chiama, cerca di
fermarla.
Lei pensa “Vorrà
derubarmi o forse solo un'informazione”. No. Lui riesce a
bloccarla, le punta il coltello alla gola e le dice di non urlare.
Poi la violenta.
Il pensiero è fisso su
quel coltello e sulla paura che lo usi per ammazzarla. Ripensa ai genitori e agli amici che non è riuscita a salutare, alla sua vita che forse sta per concludersi così. E' quando
lui le punta nuovamente il coltello addosso che trova la forza di reagire ed
urlare più forte che può. Urla la volontà di continuare a vivere,
nonostante tutto.
E' un'altra ragazza di 18
anni che raccoglie il suo urlo. Vede un uomo che scappa, intuisce che
qualcosa di grave è successo, ma non sa cosa e se c'è ancora
pericolo. Però va, vede a terra la ragazza e la soccorre.
Dai terrazzi delle
palazzine la gente sostiene di non essersi accorta di nulla. Uno a
sua discolpa dirà “Pensavo si trattasse di un cane”.
Il cane, sicuramente di
razza bastarda, è stato identificato grazie al coraggio di queste
due giovani donne. Un ragazzo di 27 anni.
Sentendo dei passi il violentatore si è rivestito in fretta ed ha
lasciato sul posto degli indumenti che ne hanno consentito il
riconoscimento, confermato dall'identikit della vittima. Lei ci tiene
a raccontare la sua storia, perché, spiega, ci sono moltissime donne
violentate che non denunciano il fatto e molti stupratori che
reiterano il reato. Anche per il suo aggressore infatti non era la
prima volta.
Una ragazza che dimostra
la sua forza ed il suo coraggio fino in fondo.
La giornalista le domanda
se si è mai chiesta “Come mai è successo proprio a me” e lei
risponde:
“Si, certo. L'unica risposta che mi sono data è che è
stato il destino. Era peggio se succedeva ad una più giovane”
“Ma tu hai solo 20
anni”
“Si, ma poteva capitare
ad una di 16, a quell'età è peggio”.
http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/25/Violentata_alla_stazione_mentre_all_co_9_111025015.shtml