23 maggio 2015

Una certezza nella vita: i Brownies!

Ci sono giornate in cui tutto sembra andare storto ed anche se non siamo superstiziosi il fatto di aver mandato in frantumi uno specchio giusto qualche giorno prima ci pare un segno inequivocabile dell'inizio di 7 lunghissimi anni di sfiga. Ma basta avere un po' di pazienza e la mente aperta alle buone notizie e vedrete che nel giro di pochi giorni qualcosa di buono capita, facendoci ben sperare per i giorni a venire. 
La vita a volte è un po' stronza, ma non bisogna mai farci rubare la nostra positività! 
Mal che vada ..... ci sono sempre i brownies!
Brownies al cacao, con l'aiuto di Laurel Evans.

Ingredienti
150 g burro
250 g zucchero
75 g cacao amaro in polvere 
60 g farina di mandorle
2 uova fredde 
50 g noci brasiliane tritate
sale

Sciogliere a bagnomaria burro, zucchero e cacao, mescolando di tanto in tanto finchè il composto sarà ben liscio. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare un po'.
Aggiungere le uova fredde, una alla volta, con un pizzico di sale. Mescolare bene dopo ogni aggiunta in modo da amalgamare il tutto. Ora incorporate anche la farina e mescolate nuovamente finchè il composto sarà omogeneo. Per ultime aggingete le noci tagliate a pezzetti col coltello, sempre mescolando.


Versate il tutto in una teglia quadrata di circa 20 cm di lato, rivestita con carta da forno.
Infornate nel forno già caldo a 180°C per 25 minuti circa. Io ho un forno capriccioso e a volte li tengo anche 5-10 minuti in più. Per la cottura fate la prova stecchino considerando che l'interno non dovrà essere perfettamente cotto ma "sticky" come dice Laurel Evans, ovvero appiccicoso.

21 marzo 2015

Quando il pane si fa torta!

Io amo le ricette del riciclo. Mi fanno pensare all'importanza del "non sprecare nulla" nella vita e del "non buttare via niente" in cucina. Mi fanno ricordare come le nostre nonne con pochi semplici ingredienti sapessero creare grandi cose. Certo ora molte di quelle ricette sono state rielaborate con ingredienti che al tempo si sognavano, ma mi piace pensare che il principio di base sia stato in qualche modo tramandato alle generazioni future.
Sicuramente il pane è il re della cucina del riciclo, ottimo sia nella versione dolce che in quella salata. 
Vi ho già proposto una ricetta tradizionale della mia regione , la pinza veneta, dolce tipico dell'Epifania, ma che io preparo sempre quando il pane vecchio comincia ad accumularsi. Devo ammettere però che prepararla in primavera mi fa un po' strano, quindi quando ho trovato questa ricetta ho deciso di provarla come alternativa. Ovviamente l'ho un po' modificata in base a ciò che avevo in casa e al mio gusto personale. 


Ingredienti
200 g pane raffermo
500 ml latte scremato
120 g zucchero
120 g amaretti
60 g uvetta sultanina
60 g fichi secchi
2 uova
30 g cacao amaro
30 g pinoli
sale
2 cucchiai liquore (rum, whisky, grappa) 

Tagliate il pane a pezzetti e mettetelo in una capiente terrina. Aggiungete il latte a temperatura ambiente o leggermente caldo e lasciate che il pane si inzuppi per bene.
Intanto mettete in ammollo l'uvetta nell'acqua tiepida, tagliate i fichi secchi a pezzetti e frullate nel mixer gli amaretti con il cacao. In un'altra terrina lavorate le uova con lo zucchero e un pizzico di sale, poi aggiungete il rum e il mix di amaretti e cacao. 


Quando il pane sarà pronto riducetelo in poltiglia con le mani o una forchetta. Uniteci il contenuto della terrina di uova, zucchero e cacao. Mescolate bene e aggiungete i pinoli, i fichi secchi e l'uvetta strizzata e passata nella farina, sempre mescolando, finché gli ingredienti non si saranno ben amalgamati.
Infine versate il tutto in una tortiera a cerniera di 24 cm di diametro, rivestita con carta da forno. Infornare a 180°C per 55 minuti circa.

9 marzo 2015

Torta ripiena con mele e cioccolato




A volte ho dei periodi di iper attività culinaria per cui cucino...cucino...faccio foto...mangio...regalo o metto in freezer. Poi però, quando si tratta di sistemare le foto e predisporre il post, il tempo o la voglia passano e così mi ritrovo salvate nel pc foto di ricette di cui ormai ho perso la memoria.
Così è accaduto anche per questa torta di mele, ritrovata casualmente nei meandri del pc e di cui mi sono innamorata nuovamente non appena ho visto le foto. Non ricordo nulla di come e quando l'ho fatta, le difficoltà incontrate, le eventuali variazioni apportate, però ricordo bene la rivista da cui l'ho tratta e quindi per non sbagliare vi riporto paro paro il testo originale!


Ingredienti
Per la pasta
300 g  farina 00
1 bustina lievito per dolci
150 g burro
100 g zucchero
3 tuorli
5 cucchiai di latte 
1 bustina zucchero vanigliato
scorza grattugiata di 1 limone
Per il ripieno
1 kg mele 
100 g zucchero semolato
4-5 amaretti sbriciolati
40 g gocce di cioccolato
succo di limone
Per la copertura
cacao, cannella 

Per la pasta mescolate il lievito alla farina e setacciatela sulla spianatoia. Unite il burro a pezzetti e lavorate con la punta delle dita ottenendo un composto sbriciolato. Fate la fontana e mettete nel centro lo zucchero mescolato con i tuorli, lo zucchero vanigliato e la scorza di limone, quindi lavorate il tutto velocemente, aggiungendo a poco a poco il latte fino a formare un composto ben amalgamato, ma senza impastarlo a lungo per non far scaldare il burro.
Con il mattarello infarinato stendete poco più della metà della pasta in una sfoglia non troppo sottile. Con la sfoglia rivestire una tortiera di 24 cm di diametro, precedentemente imburrata e infarinata e poi mettetela in frigo per 30 minuti. Con la restante pasta tirate un altro disco, adagiatelo su un foglio di carta da forno e mettete in frigo.
Sbucciate le mele, tagliatele a metà, spruzzatele di succo di limone e mescolatevi lo zucchero.
Riprendete la tortiera, cospargete la pasta con gli amaretti, quindi adagiatevi le mele e cospargetele di gocce di cioccolato.
Coprite con il disco di pasta e saldate bene il bordo eliminando la pasta in eccesso. Formate un orlo premendo con le dita e rimettete in frigo per altri 30 minuti.
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C, per 50-60 minuti, finchè la torta avrà raggiunto un colore dorato.
Fatela raffreddare, sformatela su un piatto di portata e spolverizzatela di cacao mescolato con un pizzico di cannella. 

12 febbraio 2015

Minestra d'orzo e funghi secchi: quel che ci vuole dopo una bella ciaspolata!

Ogni tanto ci provo. 
Non sono una grande sportiva, odio il freddo e la montagna mi piace più che altro in foto perchè la considero troppo faticosa per le mie pigre membra. Ma abitando non lontano da un posto meraviglioso come le Dolomiti, mi sento terribilmente in colpa a non sfruttare questa possibilità e quindi ogni tanto mi accodo a qualche gruppo di amici, molto più attivi di me, e mi concedo una gita ad alta quota.
In inverno il tutto è reso ancora più affascinante dalla neve e la parola d'ordine allora diventa ciaspolata
Per capire di cosa sto parlando vi lascio qualche foto scattata durante la mia ultima escursione.



Ovviamente c'è anche un secondo scopo: raggiungere il rifugio dove gustare un prelibato piatto tipico. L'ultima volta ho preso una calda (ce n'era proprio bisogno...) zuppa d'orzo! 
La ripropongo qui un po' modificata, con l'aggiunta dei funghi secchi che avevo in frigo e che secondo me ci stanno benissimo.


Ingredienti
10 g funghi secchi
100 g orzo perlato
100 g carote
200 g patate
1 cucchiaio cipolla tritata
3/4 l brodo vegetale
prezzemolo
olio evo
sale e pepe 

Tempo: 1 ora
Difficoltà: facile


Iniziate mettendo in ammollo i funghi secchi in acqua tiepida e l'orzo perlato in acqua fredda. Poi tagliate la cipolla finemente, mondate carote e patate e tagliate a dadini.
In una capiente casseruola fate soffriggere la cipolla in un cucchiaio di olio e aggiungete la carota a cubetti. Sciacquate i funghi che nel frattempo si saranno ammollati, sminuzzateli ed aggiungeteli nella pentola, con un po' di brodo caldo in modo che non si bruci. Sciacquate l'orzo e aggiungete anche questo nella pentola, mescolando bene e lasciando insaporire il tutto. Aggiungete ora il restante brodo vegetale e le patate a dadini. Per la cottura dell'orzo perlato dovrebbero bastare 30 minuti. Verso fine cottura aggiustate di sale e pepe.
Servite con del prezzemolo e un filo di olio evo a crudo.

1 febbraio 2015

Mezzelune di pasta sfoglia alle verdure e semi di papavero.


Durante il periodo natalizio al supermercato c'erano delle imperdibili offerte per i rotoli di pasta sfoglia già pronti. Ovviamente ne ho aprofittato. Un meeting con gli amici in cui portare una torta salata non manca mai in questo periodo. 
E poi la pasta sfoglia è perfetta per sbizzarrirsi in cucina con ricette sfiziose. Già avevo preparato queste golosità dolci
Oggi vi propongo qualcosa di salato, ottimo per un aperitivo o come antipasto.


Ingredienti 
1 rotolo di pasta sfoglia
100 g zucca
1 zucchina
1 carota
10 g cipolla
1 uovo
olio evo
sale e pepe
semi di papavero

Tempo: 30 min preparazione + riposo; 15 min cottura.
Difficoltà: facile


In una capiente padella antiaderente fate stufare in un cucchiaio di olio evo la cipolla tritata finemente. Aggiungete poi nell'ordine la carota, la zucca e la zucchina, precedentemente lavate, mondate e tagliate a cubetti. Fate cuocere le verdure, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua in modo che non si brucino. Ovviamente le verdure possono essere variate a piacere. Salate e pepate. Una volta cotte le verdure, lasciatele raffreddare. 
Distendete il vostro rotolo di pasta sfoglia già pronto e con un coppapasta ricavatene dei dischi della dimensione desiderata. 
Io ho usato un rotolo di forma tonda ed ho ricavato circo 10 cerchi di 10 cm di diametro.
Bucherellate i dischi con una forchetta, poi riempiteli al centro con un po' delle verdure cotte, inumidite il bordo del disco con dell'acqua e chiudeteli a mezzaluna. Per essere più sicura che non si aprissero durante la cottura io ho schiacciato il bordo con i rebbi della forchetta, come si fa anche per i ravioli.
Spennellate le mezzelune con l'uovo sbattuto e decorate con i semi di papavero.
Infornare per 15 minuti in forno preriscaldato a 200°C.
Potete servirle tiepide o fredde. 

 


19 gennaio 2015

Minestra di riso e zucca al profumo di rosmarino.


Giornate fredde invernali scandite da umidità e nebbia + indigestione post-scorpacciata da dolci natalizi. E' in questi casi che rispolvero le varie zuppe e minestre: calde e brodose, leggere e depurative, ma comunque un sacco buone!
Oggi ve ne propongo una facile e veloce, dove la zucca la fa da padrone. Accompagnata dal suo fido amico rosmarino.


Ingredienti per 2 persone
1/2 litro di brodo vegetale
10 g cipolla
150 g zucca 
80 g riso
parmigiano grattugiato
olio evo
sale e pepe
vino bianco

Tempo: 30 minuti
Difficoltà: facile

Versate un cucchiaio di olio evo iu una casseruola. Stufate la cipolla tritata e sfumate con un goccio di vino bianco. Pulite la zucca e tagliate la polpa a dadini. Uniteli alla cipolla e cuocete per 10 minuti circa, aggiungendo un po' di brodo caldo. Prendete metà della zucca cotta e frullatela col frullatore ad immersione. Nell'altra metà rimasta nella casseruola aggiungete il riso e fate tostare per qualche minuto. Poi unite la zucca frullata ed il brodo rimasto, portate a bollore e continuate a cuocere. Dopo 5 minuti aggiungete un bel rametto di rosmarino. Io preferisco tenerlo intero per poi toglierlo prima di servire la minestra. Quando il riso sarà cotto, spegnete il fuoco, aggiungete del parmigiano grattugiato e servite con un filo di olio evo crudo.

11 gennaio 2015

Pollo e verdure al curry con riso basmati.

Ogni tanto mi prende una strana voglia di cibo etnico, di qualcosa di diverso dalla solita pastasciutta e che mi rimandi col pensiero a mondi lontani, a luoghi mai visti, a posti esotici. Ci sono un paio di ricette che preparo quando vengo colta da queste strane voglie. Ricette molto semplici in realtà e che probabilmente hanno ben poco a che fare con i cibi stranieri a cui in qualche modo si ispirano, ma tanto basta a far volare la mia fantasia e ad appagare il mio stomaco.

  
Ingredienti per 2 persone.
200 g riso basmati
150 g petto di pollo
2 carote
2 zucchine
porro
cipolla
curry in polvere
olio evo
sale grosso

Tempo: 30 minuti 
Difficoltà: media

Risciacquate il riso basmati e intanto mettete sul fuoco un pentolino con dell'acqua e poco sale grosso.
Pulite il petto di pollo da eventuali parti grasse e tagliatelo a pezzetti. Fatelo rosolare in una padella antiaderente fino quasi a completa cottura.
Nel frattempo ponete sul fuoco un'altra padella antiaderente più grande con un cucchiaio di olio evo e fatevi soffriggere un pezzetto di cipolla e di porro triturati. Aggiungete quindi le carote e le zucchine precedentemente pulite, mondate e tagliate a listelli. Fatele saltare in padella a fuoco vivace per qualche minuto. Poi aggiungete un cucchiaino di curry sciolto in acqua calda e proseguite la cottura mescolando di tanto in tanto. Verso la fine aggiungete il pollo alle verdure e completate la cottura.



Nel frattempo avrete già buttato il riso nel pentolino di acqua che sobbolliva. La cottura del riso è la parte più delicata perchè tende a scuocere facilmente. Sulla confezione di quello che utilizzo io abitualmente mi danno come tempo di cottura 14 minuti, ma ho più volte constatato che dopo 10 minuti è già pronto, quindi verificate.
Scolate il riso e servite le verdure saltate col pollo su un bel piatto con il basmati come accompagnamento. Io alla fine però non rinuncio a condire il tutto con un filo di ottimo olio evo! E bon appétit!

6 gennaio 2015

La mia Pinza di pane per il Panevìn!

"Presto presto che arriviamo tadi. I nonni ci aspettano per il Panevìn!"
"Uffa ma io non voglioooo....."
"Dai che c'è anche la pinza!"
Erano queste le parole magiche che mia madre conosceva bene per farmi scattare a prepararmi: la pinza! Davanti ad un dolce non dicevo mai di no. 
Era un giorno speciale quello dell'Epifania perchè si andava in campagna dai nonni, che ogni anno preparavano assieme alle altre famiglie di contadini un enorme Panevìn, ovvero una catasta di legno, frasche e quant'altro con sulla punta un fantoccio detto "a vècia".
"Vara a vècia che a brusa!" Povera vecchietta...ogni anno la stessa storia. Lei li a bruciare mentre tutti sotto mangiavano e bevevano. Mi faceva pena perchè per me era la stessa vecchia che mi portava la calza piena di dolci, quindi che senso aveva bruciarla? Ma per gli adulti era così che si doveva fare ed io mi consolavo con un'altra fetta di pinsa.

La pinsa o pinza è per noi veneti il dolce dell'Epifania, che assolutamente non deve mancare durante il Panevìn. Come molti dolci tradizionali che appartengono alla cultura del riciclo, ne esistono tante versioni e ciascuna donna la faceva un po' a modo suo. 
Ci sono però due fondamentali scuole di pensiero su questo dolce: la prima, forse la più diffusa, prevede l'uso della farina per polenta. Nella seconda invece si usava il pane vecchio. Ecco, io appartengo alla seconda. Non che la prima non mi piaccia, sia chiaro, è che con il pane la pinza risulta essere più morbida e meno sbriciolosa.
Quando quest'anno mio fratello mi ha chiesto "Mi fai la pinza? Quella col pane però!" sono rimasta piacevolmente sorpresa di sapere che su questo punto la pensiamo allo stesso modo.
Purtroppo non ho una ricetta familiare nel senso più stretto del termine: mia nonna se n'è andata quando ancora per me la cucina era solo un luogo dove rifocillarmi e per mia madre è da sempre solo un luogo di costrizione. Anche una telefonata a mia zia non ha dato i frutti che speravo. Ma per fortuna io ho due mamme! Una, la titolare, quella che però odia cucinare, e poi c'è la Lina! E' con lei che io stavo la mattina quando mia mamma era a scuola, è con lei che ho fatto i miei primi pasticci in cucina stando in piedi su una seggiola avvolta in un grembiule che cercava di proteggermi dalle nuvole di farina, è lei che ogni anno, anche quando non lavorava più da noi, mi preparava un dolce per il mio compleanno. Quindi, è da lei che sono andata alla caccia della mia ricetta tradizionale.
Abbiamo ricostruito assieme gli ingredienti ed il procedimento. Sulle dosi..beh...è stato un po' più complicato. Lei appartiene alla generazione per cui si cucina a occhio, senza bilancia e misurini, l'epoca in cui vigeva la regola del QB: quanto basta!
Ho dovuto quindi fare un po' di esperimenti, ma sono molto contenta del risultato ottenuto e quando la propongo in giro la mia pinza mi da un sacco di soddisfazioni!


Ingredienti
200 g pane vecchio
½ l latte
1 uovo
60 g uvetta
70 g fichi secchi
1 cucchiaio di semi di finocchio
20 g pinoli
100 g farina 00
80 g zucchero
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di grappa

Tempo: 45 min 
Difficoltà: facile

In una capiente terrina mettete il pane tagliato a pezzi e versateci sopra il latte a temperatura ambiente. Lasciate il pane in ammollo finchè non avrà assorbito tutto il latte e sarà dunque diventato morbido
Dato che ci vorrà un po' di tempo, preparate intanto tutti gli altri ingredienti necessari per la ricetta. Sciacquate l'uvetta con dell'acqua tiepida, lasciatela in ammollo per farla rinvenire, tagliate a pezzi i fichi secchi.
Quando il pane si sarà ben imbevuto di latte fino a diventare una pappa morbida, si può procedere ad unire gli altri ingredienti.
Aggiungete poco alla volta la farina setacciata e mescolate fino a completo assorbimento. Poi proseguite con l'uovo precedentemente sbattuto con un pizzico di sale, lo zucchero, la cannella in polvere ed il liquore, mescolando bene dopo ogni ingrediente.
Infine versate l'uvetta ben strizzata, i fichi a pezzetti, i pinoli ed i semi di finocchio, sempre mescolando con accuratezza per amalgamare bene il tutto. I semi di finocchio sono per me l'ingrediente fondamentale, l'elemento caratteristico che da alla pinza quel gusto particolare che lego alla mia infanzia. Insomma, non possono mancare!

 
Versate l'impasto in una teglia rettangolare di 24 x 15 cm, precedentemente imburrata e infarinata. Considerate che il dolce crescerà poco di volume in cottura.
Ponete la teglia nel forno preriscaldato a 170-180°C per 1 ora e 15 minuti circa.
Certo se fosse possibile cuocere in un forno a legna come si faceva una volta sarebbe l'ideale, ma noi ci accontentiamo del forno di casa.
A fine cottura la pinza dovrà avere una crosticina consistente all'esterno, ma rimanere morbida all'interno.
Lasciatela raffreddare prima di addentarla e sappiate che il giorno dopo è ancora più buona. Servitela tagliata a cubotti e bon apétit!

Con questa ricetta partecipo al contest di "...La Cultura del Frumento".



2 gennaio 2015

Torta Nera, ovvero crostata ripiena di cacao e caffé.

Ben arrivato 2015! Buoni propositi per l'anno nuovo? Di sicuro uno potrebbe essere "gestire meglio il mio blog" dato che nel 2014 sono stata piuttosto latitante.
E non potevo cominciare quest'anno se non con un dolce, la mia passione da sempre...
Ogni tanto faccio un salto nella bellissima biblioteca nuova del mio paese, mi accomodo sui divanetti e comincio a sfogliare le riviste di cucina alla ricerca di qualcosa di sfizioso, proprio come se fossi sul divano di casa mia. Mancano solo tè e biscottini!
E' così che mi sono imbattuta in questa "Torta Nera" ed è stato amore a prima vista. Certo la foto della rivista era decisamente più accattivante della mia, ma spero che qualcuno sia invogliato a provarla comunque.


Per amor di precisione vi riporto il testo e gli ingrdienti originali e in blu le mie modifiche, dovute solo al fatto che dovevo fare i conti con quello che avevo in casa.
Visto il risultato finale però ho in mente per la prossima volta altre modifiche che vi dirò alla fine. Ovviamente se avete qualche suggerimento è ben accetto!

Ingredienti:
Per la frolla
150 g farina
70 g burro
50 g zucchero
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaio di rum (io whisky)
Per la farcitura
100 g mandorle pelate (io farina di mandorle)
80 g zucchero
40+10 g cacao amaro in polvere
1 uovo
1/2 dl caffé (ovvero 50 ml)
sale

Tempo: Preparazione 30 minuti + riposo. Cottura 35 minuti.
Difficoltà: Media

Cominciamo con la frolla. 
Passare al mixer la farina con il burro, lo zucchero e il lievito setacciato fino ad ottenere un composto a briciole. Unite il rum e l'uovo e frullate fino a che si forma una palla di pasta. (Io ho fatto tutto a mano, non avendo purtroppo un mixer così capiente). Avvolgetela in un foglio di pellicola e lasciatela riposare in frigo per 30 minuti.


Intanto prepariamo la farcitura.
Riunite nel mixer le mandorle con lo zucchero e tritatele fino ad ottenere una polvere fine. (Io ho usato la farina di mandorle che avevo già in casa. Ho però ugualmente passato al frullatore prima lo zucchero, riducendolo in polvere, e poi ho aggiunto la farina ed ho frullato un altro po'). Trasferitela in una ciotola, aggiungete 40 g di cacao setacciato, l'uovo sbattuto con un pizzico di sale ed il caffé. (Qui io ho fatto un passaggio in più: prima di aggiungere uovo e caffé ho infatti setacciato il composto di farina di mandorle, zucchero e cacao, che risultava piuttosto grumoso. Poi ho aggiunto l'uovo, mescolando bene ed infine il caffè a piccole dosi, finchè non si è amalgamato del tutto).
Ed ora componiamo la torta.
Con l'aiuto di un mattarello stendete la frolla su un ripiano da lavoro infarinato, fino ad ottenere una sfoglia tonda di 1/2 cm di spessore. Foderate fondo e bordi di uno stampo da crostata di 20 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato. Bucherellate il fondo con una forchetta, versate l'impasto al cacao, livellatelo e cuocete la torta nella parte bassa del forno già caldo a 180° per circa 35 minuti.
Lasciatela raffreddare e servite spolverizzando con il cacao rimasto.

Note a margine. La torta secondo me è più adatta agli adulti che ai bambini dato che c'è il caffè ed il cacao amaro. Risultà quindi un dolce "poco dolce", scusate il gioco di parole. 
Una variante in questo senso potrebbe essere quella di usare caffè decaffeinato o d'orzo e di zuccherarlo e sostituire il cacao amaro con quello zuccherato.